lunedì 27 gennaio 2014



una piccola soddisfazione rubata ad una vita spesa per la danza








sabato 18 gennaio 2014




ANGELO DEL DESERTO

Il sole spunta dietro le dune. Karam decide di andare a fare una passeggiata all’aperto, tra gli alberi, al fresco di quell’oasi incantata che non ha mai apprezzato fino in fondo. Troppo coinvolto da questa guerra. Si concentra sul mondo che lo circonda come se fosse la prima volta che lo vede davvero. Il sole sorto dall’acqua, il cinguettio degli uccelli, il velo di foschia sul deserto sconfinato. Anela ad assorbirne la bellezza spontaneamente, cerca di percepire la sabbia sotto i piedi perché, così come lei gli ha insegnato, ora anche lui cammina spesso senza sandali, a piedi scalzi. Altro particolare che emerge prepotente trascinando con sé nuovi interrogativi. Nonostante gli sforzi non sa se si sta avvicinando alla risposta che sta cercando. Cerca la spiegazione a questo turbamento. Ma com’è possibile spiegare un’emozione? Sarebbe come cercare di descrivere i colori ad un cieco dalla nascita: un concetto che resterebbe misterioso e inaccessibile. La sua vita lo ha tenuto abbastanza occupato da evitare di rifletterci. Il dolore come un peso immensamente grande, che lo ha distrutto. E poi è arrivata lei, come una beffa del destino, figlia di colui che vorrebbe vedere morto e sepolto per l’eternità. Lei. Giunta come uno spiraglio di luce in mezzo a tutto questo male. Aveva creduto che la sua passione per la guerra e l’odio che da anni coltiva nei confronti del padre di quella creatura, l’avessero indotto a  fare determinate scelte di vita. Sospetta che in realtà si fosse trattato di un modo per cercare di riempire un vuoto che sentiva dentro di sé. Mentre cammina, comincia a chiedersi se infondo la risposta che cerca non si trovi proprio in questa nuova consapevolezza. 

giovedì 16 gennaio 2014

HO INCONTRATO L'AMORE? 

c'è stato un tempo in cui credevo che avrei avuto questa risposta. Forse nascosta dentro di me, in qualche angolo remoto della mia anima ad aspettare di essere trovata. Non ho mai avuto grandi pretese. Sapevo che non mi sarebbe servito niente più di questo, qualunque cosa mi avesse riservato il destino. E una parte di me vorrebbe ancora credere che sia possibile, anche se non succederà. Ed è triste pensare che l’amore sia tanto vicino, quanto irraggiungibile. È come guardarlo dal basso e pensare che sia una delle tante stelle che brillano anni luce lontano da qui, nel cielo notturno. Io, invece, mi trovo nel vuoto spettrale dell’infinito buio che le ospita.

L’amore è una magia che va amata e coltivata dentro di noi. Dapprima come una minuscola piantina che si affaccia timida dal terriccio, ma che in seguito chiede sempre più spazio fino a diventare troppo ingombrante, perché un vaso possa contenerla.
Un sentimento che chiede basi solide per poter essere alimentato. Come due grandi foglie che si staccano dal loro ramo e spinte dalla brezza volteggiano nell’aria, danzando all’unisono per poi cadere a terra. Io mi sento una di quelle foglie e ciò che sento addosso è solo il profumo e l’infinito anelito di quel sentimento che un giorno mi troverà. 
 


Fonte: Questomeseidee mensile on line

http://www.questomeseidee.it/index_dettagli.php?get_id=305