venerdì 26 giugno 2015

In quella città ero come invisibile. Non c’era nessuno che mi ascoltasse, che si prendesse a cuore le mie richieste d’aiuto. Agli occhi degli altri ero solo una straniera che avrebbe dovuto andarsene il più velocemente possibile e senza creare troppo disturbo. Era come se stessi urlando a squarcia gola ma senza emettere il minimo suono. Nessuno si voltava a guardarmi. Pensai che non avrei più rivisto la mia casa, le persone che amavo e che avevo lasciato. Nel momento in cui persi anche l’ultima speranza, sentii una voce alle mie spalle chiamare il mio nome. Mi voltai trovando di fronte un uomo che non conoscevo. Indossava solo un maglione rosso, nonostante il freddo di quella notte. Ebbi l’impressione che, nel vedermi passare impaurita e sola, fosse corso fuori per raggiungermi. Lui pareva conoscermi molto bene. A differenza di tutti gli altri sorrideva e mi rivolgeva la parola.                                                                                   

 “Ti aspettavo.”

Disse semplicemente questo. Ed io mi sentii subito più serena e un forte senso di tranquillità m’invase. Era come se lo conoscessi da sempre. Mi rimase accanto senza chiedermi nulla, come se già sapesse in principio il motivo per cui si trovava lì in quel momento e ciò di cui avevo bisogno, senza dovermelo chiedere. Lasciai che si avvicinasse a me, che mi prendesse tra le sue braccia, avvolgendomi. Fu subito caldo, dolce, complice.
“Non temere, va tutto bene. Ci sono io adesso.” Lo sentii sussurrare.

Aveva un profumo conosciuto. Chiusi gli occhi e piansi dal sollievo e dalla gioia, ringraziandolo di avermi trovata e di essere lì con me in quel momento.

ESTRATTO DA : <Allegra: l'amore è una cosa semplice> 


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